MASSIMO D’AIUTO | VOLTI.ENIGMI
A cura di Francesco Gallo Mazzeo
29 ottobre – 16 novembre 2019
Inaugurazione
martedì 29 ottobre ore 18.00
BIBLIOTECA ANGELICA
Galleria | Piazza S. Agostino, 9 – 00186 Roma
www.bibliotecaangelica.beniculturali.it
www.massimodaiuto.it
infoline: 335.8412573
Catalogo in mostra
A cura di Francesco Gallo Mazzeo
Con una intervista di Daniela Del Moro
ROMA. Martedì 29 ottobre 2019, alle ore 18.00, presso la Galleria della Biblioteca Angelica di Roma si inaugura la mostra personale di sculture e disegni di Massimo D’Aiuto “Volti.Enigmi” a cura di Francesco Gallo Mazzeo.
Massimo D’Aiuto nasce a Meta di Sorrento e coltiva da giovanissimo la passione per la scultura ed il disegno, mentre si appassiona anche agli studi scientifici. Si laurea con lode in Ingegneria Chimica. Intrapresa la carriera di manager per oltre venti anni raggiunge notevoli successi con le imprese italiane in tutto il mondo, senza mai abbandonare la passione e la frequentazione per il mondo dell’arte.
Partecipa sino dagli anni ’70 a mostre personali e collettive in Italia ed all’estero: Napoli, Mogadiscio, Bologna, Amsterdam, Fano, Siracusa, Pavullo, Roma, etc.
In Maremma ha attrezzato dagli anni ‘90 il suo laboratorio/officina dove realizza la produzione di opere sempre più innovative e di grandi dimensioni, in marmo, pietre dall’alto Nilo, di Lecce, pietre vulcaniche, creta, metalli, polistirolo ed installazioni con stampa in 3D.
In mostra un’ampia selezione che traccia il percorso più maturo dell’artista, attraverso venti sculture e una serie di disegni in cui, come scrive il curatore, “Massimo D’Aiuto realizza delle figure ancestrali, eppure profondamente attuale. (…) Pur nel minimalismo affermato delle scultore, così come nel filiforme affermarsi di frasi e affermazioni del suo segno che è unico, anche se indulge a maggiore forza quando toglie e modula e maggior tenerezza, quando traccia e macula il bianco.”
Il catalogo, comprende anche un colloquio dell’artista con Daniela del Moro dove emerge “il carattere del suo lavoro: la forma del pensiero, il segno nel passato di tradizioni millenarie, raccogliendo e custodendo immagini incise su materia e sentimento”.
La mostra rimarrà aperta sino al 16 novembre 2019.
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INTERVISTA
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